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Sergio Betti è stato un sognatore, forse un visionario, ma all'epoca veramente diede lo scossone al mercato asfittico. Certo la sua famosa e famigerata resina non ha di certo contribuito a lasciare un buon ricordo, ma giustamente qui si parla dell'Uomo. In ogni caso, pur con i limiti tecnologici, realizzò un parco rotabili enorme, addirittura arrivando a fare concorrenza con la Lima: il Tigre entrò in produzione poco prima del modello vicentino, idem per la Aln.663. Non contento del modellismo, fondò anche la rivista Trenitalia che presentava, anche con grande enfasi, la sua produzione, segno di grande modernità e innovazione. Sulla stessa rivista, che si inseriva fra i colossi editoriali dell'epoca, riportava anche interessanti articoli sui trasporti a tutto tondo, dove spesso portavano la firma di esperti del settore. Personalmente ritengo che l'opera più bella di Betti sia stato il plastico riproducente la Porto Ceresio all'epoca della terza rotaia, appositamente commissionato dalle FS per l'inaugurazione del 1989 del museo di Pietrarsa e ivi esposto. Con un sapiente uso di prodotti commerciali, elaborati (uno per tutti: i segnali ad ala FS realizzati a partire dagli analoghi Marklin, ovviamente funzionanti...) e con i rotabili E.100 ed E.600 realizzati da lui, ottenne un bel plastico e molto di impatto e soprattutto originale (chi mai all'epoca aveva realizzato un impianto a terza rotaia????). Purtroppo, a causa delle successive vicissitudini del museo, questo, assieme al famoso plastico Cozzitorto della Lagonegro-Spezzano Albanese FCL, finirono nel dimenticatoio e sicuramente nella spazzatura.
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