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Ci sono diverse variabili da tenere in considerazione. La prima e più importante è il valore della merce.
La legge prevede una franchigia per i diritti di importazione, ovvero l'esenzione da tasse doganali e IVA in questi casi:
Fino a un valore intrinseco pari € 22,00 non saranno addebitati né tasse doganali né IVA.
Tra i € 22 ed i € 150,00 di valore intrinseco, non saranno addebitate tasse doganali, ma sarà necessario pagare l'aliquota IVA corrispondente.
Oltre un importo superiore a 150,00 € di valore intrinseco, verranno applicate sia le tasse doganali sia l'aliquota IVA.
Ad esmpio:
se questo è inferiore a 135,00 £ (indicativamente 150,00 €, ma il cambio è di natura variabile) sarà necessario pagare l’IVA, calcolata sul totale di prezzo e spese di spedizione. In sostanza, se acquisti un prodotto per 90,00 € con 10,00 € di corriere, il totale dopo il passaggio in dogana potrebbe toccare quota 122,00 €.
E se invece compri qualcosa di più costoso, oltre la soglia di 135,00 £?
In questo caso la situazione diventa ancora più intricata, perché bisogna aggiungere i dazi doganali al conto. Questi sono una tariffa aggiuntiva, la cui entità dipende dal tipo di prodotto. Ogni categoria di bene ha infatti delle regole precise, consultabili sui siti delle dogane. Si tratta comunque di un costo in percentuale (spesso intorno al 5%), che va ad aggiungersi a quella sopracitata.
C’è poi da tenere in conto il cosiddetto onere per il vettore. Si tratta di un costo aggiuntivo (diverso dalle semplici spese di spedizione) richiesto da chi si occupa del trasporto. Ogni compagnia ha le proprie regole a riguardo, ma in generale esistono diversi scaglioni di valore della merce a cui corrispondono altrettanti costi. In linea di massima non sono previsti per la fascia più bassa, salendo fino a 10-15,00 € per quelle più alte.
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