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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: venerdì 30 dicembre 2016, 11:09 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
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Ho sempre ammirato gli splendidi modelli Bemo delle Retiche. Anzi, in un lontano passato, ho a lungo meditato sulla possibilita' di realizzare un plastico RHB...
Il problema di fondo, secondo me, sta nella valutazione che fara' Matteo del tempo che ha da dedicare al plastico, non disgiunto dalle sue attitudini/capacita' manuali e dalla volonta' e pazienza di lavorare per tempi piu' o meno lunghi.
Matteo, se non altro, partendo da zero, puo' scegliere fin da subito la soluzione migliore per lui.
Personalmente, dato che Matteo e' un principiante e, quindi, non ha ancora avuto modo di mettersi alla prova, consiglio un approccio il piu' semplice possibile. Dopo un plastico semplice, diciamo di "test", nulla vieta di passare poi a qualcosa di piu' complesso. Meglio che affrontare da subito un qualcosa di difficile, per poi abbandonare il tutto...Rischio che corrono tanti plasticisti...
Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: venerdì 30 dicembre 2016, 18:08 
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Discorso pienamente condivisibile quello di Stefano poco sopra. Inutile fare cose troppo complesse se non si è verti di poterle portare a termine. In questo senso il primo progetto che ho presentato, quello in H0, trovo che sia il più adeguato, con o senza linea a scartamento ridotto.
Quello in stile FGC (giosanta, la stazione è così perchè la stazione di Genova Piazza Manin è (era) fatta così, le Retiche in confronto alla FGC sono tutto un altro mondo (se si eccettua la nuova colorazione!)) è una estremizzazione, al di là della sua praticabilità (per fare qualcosa di usabile lo spazio a disposizione dovrebbe essere più ampio quantomeno in larghezza, per avere un'accessibilità migliore), ma costruire così tante cose lo vedo poco adatto ad un principiante.

Una sola stazione, non troppo complessa, un plastico il cui sviluppo binari è complessivamente in piano e con una stazione di servizio comodamente accessibile, non troppi edifici da costruire. Una soluzione ideale per chi non vuole avere troppe complicazioni, arrivare ad un risultato piacevole in tempi non così lunghi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: sabato 31 dicembre 2016, 11:54 
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Ho perso il filo.
Diciamo che sono d’accordo su tutto, soprattutto sul concetto di pensare “semplice”, fuorché estendere quartultimo parametro anche alla scelta del prototipo.
Il treno mi deve piacere in se, se poi quello che mi piace ha l’alimentazione elettrica amen, ci metterò un poco di tempo in più a realizzarlo, ma MAI può essere motivo per accontentarmi di quello che non mi piace, perché quelli si sarebbero soldi, tanti, assolutamente buttati.


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: sabato 31 dicembre 2016, 13:41 
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Dipende. Personalmente e' piu' facile che io dica che treni non mi piacciono ( quelli odierni di qualsivoglia amministrazione ... ) che i treni che non mi piacciono.
Ora come ora se io partissi con quest' hobby, prima ragionerei di come realizzare un plastico semplice semplice, dopodiche' sceglierei i treni che meglio ci si adattano. Viceversa, quasi sempre ragioniamo di adattare un plastico ai treni che ci piacciono o che gia' possediamo, arrivando all' assurdo di volere fare circolare un ETR500 in composizione completa in un plastico 2,5x1,5m.
Saluti
Stefano.
P.S.: conviene che Mattia esprima una sua qualche preferenza, o rischiamo di ... fare i conti senza l' oste...


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: domenica 1 gennaio 2017, 12:36 
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Condivido con te la "costante temporale". Dalle F3 / 7 americane alla Deltic UK ecc. ecc. Ho tentato la strada che dici ed infatti ho materiale N USA e UK, H0m e H0e, tuttavia nulla possono contro la libidine provocata da una Aln 556 Breda, una coppia di Ale 790/880, un ETR 220 o un E 428 III.
È una questione d'imprinting ferroviario.
Da cui la mia esortazione ad un attento esame di quello che realmente ci piace, altrimenti il tarlo ci roderá sempre.
Purtroppo dopo una disamina progettuale durata anni ho scoperto l'acqua calda giungendo alla conclusione che la semplicitá è direttamente proporzionale allo spazio, è la mancanza di quest'ultimo che ci obbliga a stazioni nascoste sottoplancia, coulisse, elicoidi e tutte le simpatiche amenitá che tramutano nella stragrande maggioranza dei casi speranzosi progetti in tragiche incompiute.
Tuttavia e nonostante cio la soluzione per me non potrá mai essere in qualcosa di più agevole ma " che non ci piace"; meglio farsi aiutare da un falegname, un amico competente, cercare soluzioni modulari e quant'altro piuttosto che ripiegare su soluzioni aliene.
Ovvio che se invece il trenino bavarese epoca II in scala N ci piace tanto quanto il coevo FS mai riprodotto siamo a cavallo.
Buon'anno!


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: domenica 1 gennaio 2017, 16:24 
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Località: Faenza
Mattia646 ha scritto:
Amici, sono tornato dopo un lungo periodo di inattività ...
... la mitica (per me) E 646 049 con motore G, corredata di 3 "Casaralta" (tra virgolette perchè con le reali Casaralta poco ci azzeccavano) ...
... il primo "vero" modellino della mia vita, la doppia di ALn 668 Rivarossi/Hornby serie 1200 (1219+1231)...
... la vaga idea di fare un plastirama, ispirato ad una stazione a me molto cara in tenera età, Sedico - Bribano, di cui ho il piano binari anni '60 ricevuto tempo fa da alcuni amici di questo forum.
In più avevo anche l'idea, delirante come da oggetto, di voler produrre anche il raccordo, oggi purtroppo inesistente, con la allora ferrovia per Agordo ...
... lo spazio è davvero poco...
... Passo i giorni a pensare che poi a me piace l'elettrico, amo terribilmente le 646 ed il loro ruggito.
Allora penso...e se cambiassi ambientazione? Anni 80 in navetta con qualche celerone o merci? D'altronde mio suocero, ferroviere, ricorda di come gli capitasse in quegli anni di preparare qualche merci per Porto Ceresio...

Come posso anche solo pensare di costruire la catenaria o, nel caso rimanessi sulla trazione termica, anche solo abbozzare un impianto elettrico, seppur digitale? Quanto mi spaventano i costi di una centrale...e se brucio tutto??


Tranquillo, non brucerai nulla.
Sottoscrivo l' opinione di Giosanta, di scegliere con attenzione l' oggetto del plastico, ed aggiungo di fare un passo per volta e vedrai che sarà meno difficile di quanto sembra.

Per prima cosa potresti fare un "ritiro spirituale" per capire se istradarti verso E646 navetta e treni merci o verso Sedico con Aln668 e una rinata Bribano Agordo.
A proposito di quest' ultima, immagino conoscerai : http://tbelluno.altervista.org/Storia_b ... agordo.htm
Oppure la sola stazione di Agordo !

Qualuque sarà la scelta, un minimo di ricerca di documentazione ed una progettazione ti faranno affezionare al tuo impianto.
Può anche essere questa ricerca ad aiutarti. Studiando le due soluzioni ti si chiarirà quale sentirai più tua.

Per il digitale, basta iniziare con una centralina economica ed una locomotiva con decoder, meglio se anche con sonoro. Ci si impratichisce un minimo e si supera la prima paura.
Per esempio, una E646 con decoder sonoro ed una centralina, anche usata : per quest' ultima puoi consultare http://www.dccworld.com che ti informa su pregi e difetti delle varie in commercio. Anche uno start set digitale a volte può essere conveniente.
Dei miei amici avevano acquiastato la HORNBY 8213 a 30..40 Euro. Non sò se si trova più a questi prezzi.


Stefano Minghetti


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: martedì 3 gennaio 2017, 19:38 
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Iscritto il: venerdì 29 gennaio 2010, 13:56
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Ragazzi, mi scuso per il ritardo ma la mattina di Santo Stefano è nata la nostra piccola Viola e da allora non ho avuto molto tempo per riflettere molto sul progetto e giocoforza rispondervi.
Ora sto approfittando di un piccolo sonno di mamma e figlia per poter leggere e rispondere.
Intanto vi ringrazio e vi porgo i migliori auguri sia di buon Natale e buon Anno!
Detto questo il primo progetto di Bomby era veramente interessante, mentre il secondo a scartamento ridotto mi pareva più complicato.
Però al posto della feldbahn di Busch io preferirei un raccordo anche piccolo, che raggiungesse un piccolo birrificio (poco utilizzato nel modellismo, forse per la scarsa varietà di carri da utilizzare?) oppure una cartiera, sulla falsa riga di quella di Cairate in valle Olona.
Quindi un raccordo che dia la ragione di esistere alla mia piccola ferrovia si potrebbe trovare, anche in un ambiente pedemontano.
Poi mi piace molto l'idea di una ferrovia concessa, per il free lance ho qualche timore dovuto alla necessità di dover smontare e verniciare modelli magari anche costosi, anche se all'uopo avrei una Corbellini Hachette con cui giocare...e provare.
In ogni caso credo si possa puntare su un impianto semplice e forse un piano di stazione come il primo di Bomby potrebbe davvero fare al caso mio.
Linea in concessione, ambiente pedemontano, snft style...
Ora scusate, torno alla mia piccola che ha solo 7 giorni ed è uno spettacolo!

Grazie ancora 8)


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: mercoledì 4 gennaio 2017, 0:15 
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Ciao Mattia,
anzitutto auguri alla piccola nata, alla mamma ... e pure al papa'.
Dopo questa fondamentale "digressione" dall' argomento torno al plastico.

Mattia646 ha scritto:
...
Però al posto della feldbahn di Busch io preferirei un raccordo anche piccolo, che raggiungesse un piccolo birrificio (poco utilizzato nel modellismo, forse per la scarsa varietà di carri da utilizzare?) oppure una cartiera, sulla falsa riga di quella di Cairate in valle Olona.
Quindi un raccordo che dia la ragione di esistere alla mia piccola ferrovia si potrebbe trovare, anche in un ambiente pedemontano.
...

Per un raccordo industriale suggerisco una fabbrica di elettrodomestici.
Carri in ingresso:
-trasporto coils ( per lo stampaggio delle parti in lamiera )
-tramoggia per pellets di plastica ( per lo stampaggio delle parti in plastica )
-chiusi / telonati per componentistica commerciale di produzione ( motori elettrici, parti elettriche, etc. )
-cisterna per combustibili ( vorrete mica fare gli ecologici e scaldare la fabbrica col metano di rete ? :lol: :lol: :lol: )
Carri in uscita:
-sponde alte ( per gli sfridi dalla lavorazione lamiere )
-chiusi / telonati ( per gli elettrodomestici finiti )
In via saltuaria si puo' perfino far transitare in ingresso un trasporto eccezionale con una grossa cassa ( macchinario industriale di grosse dimensioni ) oppure pianali con travi metalliche ( costruzione di ampliamento dei capannoni ), oppure uno sponde basse con carico di muletti.
Un traffico come quello di cui sopra era usuale ( magari non così "variato" come l' ho descritto io... ) fino a pochi anni fa in stazione di Fabriano e relativo raccordo ferroviario allo stabilimento Ariston/Indesit di Melano Marischio, a pochi chilometri da Fabriano.

Mattia646 ha scritto:
...
Poi mi piace molto l'idea di una ferrovia concessa, per il free lance ho qualche timore dovuto alla necessità di dover smontare e verniciare modelli magari anche costosi, anche se all'uopo avrei una Corbellini Hachette con cui giocare...e provare.
...

Il problema del materiale rotabile delle ferrovie concesse e' che c' e' pochissima scelta commerciale, per lo piu' quasi tutta fuori produzione, e pure ... scompagnata ( un rotabile di una ferrovia e uno di un' altra ).
Per non complicarsi fin dall' inizio la vita, io propenderei per una secondaria FS, per cui puoi trovare amplissima scelta di modelli.

Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: mercoledì 4 gennaio 2017, 13:30 
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Località: Massa Finalese (MO)
Se ti vuoi ispirare alla valcamonica allora anche degli impianti di lavorazione dei materiali siderurgici vanno benone: al vero fino ai rimi anni '90 la ferrovia era piena di raccordi che si staccavano in ogni dove (per non parlare degli approdi lacustri con gli imbarcaderi), anche nella tratta montana. Cercati il cab-ride di Manfredi su youtube e goditi il viaggio.
Ma anche un'azienda che costruisce elettrodomestici è un valido cliente per la ferrovia, spedisce e riceve varie tipologie di carro e può anche ipotizzarsi la costruzione in una località montana (in genere in passato lo Stato incentivava l'edificazione di opifici in tali località in cui trovare lavoro non era così facile).

Per il free-lance non occorre certo fare ricorso a modelli costosi: guarda cosa fa ammiraglio su questo stesso forum. Prende modelli magari non proprio di fabbricazione recente, che si trovano nei mercatini a basso prezzo e poi li rivernicia.
Per dire, come automotrici, se proprio non vuoi ripitturare le HRR modificate con una singola porta centrale, puoi trascurare questo dettaglio e, buttandoti su vecchi modelli Lima usati, ti puoi sfogare con le riverniciature. In fondo basta uno schema di coloritura semplice (bianco/panna/giallino/nocciola/verdolino/azzurrino sopra e blu/rosso/marrone/verde sotto e senza tanti svolazzi e via. Per il resto del materiale le società in concessione, specie in quegli anni ('70-'80), per rimpolpare il proprio materiale rotabile, si sono spesso rivolte al mercato dell'usato. ALn 56 sia Breda (tra acquisizioni pre e post guerra c'è da farci un'antologia) che FIAT (Topolino, vedi FSF, che le lasciò con numerazione e colori FS, adesso non mi sovviene se anche altri ne avessero noleggiate/acquistate), ALn 772 (FP), ALn 773 (FP e Alifana); molte società si fecero costruire automotrici simili ma non uguali ai modelli FS, di cui uno in un'ambientazione free-lance può ben trascurare le particolarità. Si acquistarono locomotive di costruzione tedesca come V 36 (prima Ferrovia Valle Seriana e poi FSF) negli anni '60 o V 220 (SNFT e Ferrovie Padane) a fine anni '80, vari mezzi con cabina centrale Henschel/MaK (penso alla SV, ma anche all'ACT di reggio Emilia. Come carrozze in tanti si sono buttati sui modelli svizzeri o tedeschi degli anni '30 e '40 (tedesche con le carrozze ricostruite e anche quelle per treni veloci la SATTI -non sono esperto di materiale tedesco e quindi non specifico per non dire cavolate-, carrozze leggere SNFT e FNM) o anche antecedenti (FNM ha una lunga passione con le carrozze svizzere, cominciò già prima degli anni '80 a raccattare i modelli che i vicini svizzeri dismettevano). Per non parlare di modelli belgi o francesi.
Ho citato tutto materiale che è stato riprodotto da più produttori in un arco di tempo piuttosto lungo. Pertanto è facile trovare modelli usati (o anche nuovi inseriti in linee "hobby") a prezzo contenuto e che è facile ambientare in Italia. Alle volte non occorre neppure riverniciare.


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: mercoledì 4 gennaio 2017, 14:39 
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centu ha scritto:
innanzitutto ciao Mattia ed auguri per tutto.
per quanto riguarda il plastico, mi sono forse perso tra le righe e non ho capito l'epoca, il luogo di ambientazione e se TD oppure TE.
Il progetto che ti ha suggerito Bomby è molto bello...mi ricorda a tratti Porto Ceresio.
Io eliminerei la piattaforma girevole...che viene sempre inserita in quanto senza dubbio interessante, ma al vero non così tanto presente come spesso si vede in molti plastici e progetti.
Inoltre ometterei lo scartamento ridotto, che secondo me intasa troppo la scena...messo così in alto rispetto alla stazione sarebbe come se al vero fosse più su di 4 / 6 metri.
si potrebbe eliminare ed al suo posto farci un abbozzo di paese, magari con le casette/fondale di Struttura Ferroviaria......oppure se proprio si vuole osare con il ridotto perchè non prendere in considerazione una tramvia ???...magari ipotizzando che le Tramvie Varesine fossero sopravvissute agli anni 50' e fossero arrivate ai giorni nostri....sarebbe bello


Porto Ceresio me lo ha ricordato una vecchia quarta di copertina su iTreni con vista da''alto e un convoglio E646+due piani casaralta in livrea navetta...

quasi così
Immagine
foto da https://littorina772.files.wordpress.co ... /03349.jpg

ciao
Andrea

PS: ti ho mandato un MP


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: giovedì 5 gennaio 2017, 9:32 
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Salve a tutti,
dato che, almeno inizialmente, le idee su cio' che piace realmente sono piuttosto aleatorie, e, per di piu', variano nel tempo, suggerirei di iniziare in maniera abbastanza "neutra", in modo di potere adattare cio' che si acquista e cio' che si costruisce all' evolversi dei gusti.
Come punto fermo assumerei l' approccio della massima semplicita'.

Plastico:
-a parete da punto a punto; il primo schema di Davide ( Bomby ) e' ottimo come base, con qualche variante, come la sostituzione della linea a s.r. con un raccordo industriale
-altezza del piano del plastico dal suolo: 120-130cm ( ottima sia per la visione, che per lavorarci )
-profondita': massimo 60cm ( oltre e' molto difficile lavorarci )
-spazio sottostante il plastico da utilizzare per stivare i modelli e le attrezzature
-epoca: piuttosto "neutra", tra gli anni '60 e gli anni '80, ad esempio, cosa che consente di spaziare con tutti i tipi di trazione e con le livree castano+castano/isabella ( meta' anni '60 ), grigio ardesia ( anni '70/primi anni '80 ) grigio ardesia+rosso fegato ( meta' anni '80 )
-ambientazione: collinare, senza edifici particolarmente caratterizzanti, in maniera di potersi adattare praticmente a tutta Italia
-catenaria: da prevedere come opzionale in un secondo step, in maniera di avere in tempi relativamente brevi un plastico funzionante ( e poi ci si puo' pure accorgere che non averla e' solamente un grande vantaggio... )
-digitale: praticamente obbligatorio, di questi tempi...

Rotabili:
-almeno inizialmente eviterei acquisti compulsivi dettati dall' iniziale entusiamo; anche perché, se l' obiettivo primario e' di realizzare un plastico, attrezzature, legno, armamento, centrale digitale, etc. sono gia' un bell' investimento...
-indispensabili sono:
§una buona loco a due assi per testare l' armamento ( ottima per questo scopo ed a costi contenuti la D214 di Roco )
§due rotabili della massima lunghezza che si intende far circolare ( suggerirei due MDVC, anche se, a mio avviso, le vetture da 303mm di lunghezza "spanciano" in curve di raggio ridotto in maniera sgradevolissima; per la stessa ragione eviterei assolutamente rotabili che eccedono i 303mm di lunghezza; inoltre le due MDVC potrebbero poi essere utilizzate in un treno navetta di 3 vetture trainato da una D445 oppure da una E424 )

Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: giovedì 5 gennaio 2017, 12:09 
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Se si parla di FS concordo su tutto tranne la catenaria.
Rompiscatole fin che si vuole ma, in ambito FS rinunciarci significa rinunciare ai mezzi più significativi della trazione ferroviaria italiana.
Attenzione al discorso su le curve strette perché alcuni rotabili storici e tipici italiani (ALn 990, Aln 880, ALe 790/880. Ale 840 ecc.) sono molto peggio delle carrozze UIc X - Z.


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: giovedì 5 gennaio 2017, 17:27 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
giosanta ha scritto:
Se si parla di FS concordo su tutto tranne la catenaria.
Rompiscatole fin che si vuole ma, in ambito FS rinunciarci significa rinunciare ai mezzi più significativi della trazione ferroviaria italiana.
...


Vero, ma oramai sono disponibili moltissimi mezzi di trazione diesel e vapore, nonché parecchie automotrici diesel.
Inoltre, data la limitatezza dello spazio disponibile, i convogli debbono essere piuttosto corti, poco adatti, almeno a mio gusto, alla trazione elettrica.
Comunque, il mio suggerimento, per cercare di semplificare il piu' possibile l' approccio, e' di iniziare a trazione diesel/vapore, per poi eventualmente realizzare la catenaria in un secondo tempo.

giosanta ha scritto:
...
Attenzione al discorso su le curve strette perché alcuni rotabili storici e tipici italiani (ALn 990, Aln 880, ALe 790/880. Ale 840 ecc.) sono molto peggio delle carrozze UIc X - Z.


Corretto. Orribili a vedersi su curve che non siano almeno di 800mm di raggio, poco compatibili con lo spazio disponibile.

A mio avviso, in tutta la serie infinita di compromessi che comporta la realizzazione di un plastico, il primo da fare e' senz' altro che i rotabili debbono adattarsi al plastico e non viceversa.
Faccio un esempio pratico: a Mattia piace l' E646 con le Casaralta al traino.
Primo un E646 dovrebbe avere al traino 5-6 vetture a due piani. Secondo un treno di questo tipo fa non si addice minimamente ad una linea secondaria che termina in una stazione di testa di sviluppo limitatissimo.
Se proprio piace il treno navetta a trazione elettrica, meglio sarebbe optare per un E424 navetta con al traino 3 vetture MDVE/MDVC ( compreso vettura pilota ); e' un bel convoglio, ha una lunghezza limitata e, nel contempo, e' adattissimo ad una linea secondaria.

Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: venerdì 6 gennaio 2017, 8:15 
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Congratulazioni per la nascita della tua piccolina, inizia una grande avventura.

Per quanto riguarda la piccola avventura (il plastico) fai quello che ti piace.

Buon divertimento!


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 Oggetto del messaggio: Re: Deliri esistenziali di un fermodellista molto in erba
MessaggioInviato: martedì 17 gennaio 2017, 11:05 
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Messaggi: 2778
Località: Legnano (MI)
Buongiorno ragazzi, scusate per il protrarsi dell'assenza ma la piccola è davvero molto impegnativa, almeno tanto quanto è bella!
Finalmente ho scaricato Scarm e sono riuscito perlomeno a disegnare il perimetro dedicato al plastico, ora mi perderò via nel tentare di capirne il funzionamento, basandomi su quanto creato da Bomby, ma costruendo un raccordo con un'industria al posto della decauville.
Oltre a ciò sto tentando anche di inventarmi una storia plausibile per la mia piccola società free lance; ho attentamente spulciato photorail nei rari momenti di "tranquillità" (citando Guccini: "nemmeno al cesso possiedo un mio momento") :lol:
Questo per scoprire che di mezzi usati dalle varie concesse ce ne sono stati parecchi e, per poter far cessare la mia paura di rovinare modelli comunque costosi, per i primi test di verniciatura userò la Corbellini Hachette che presi in edicola, in modo da non avere rimpianti! 8)
A breve (si fa per dire), tornerò con la mia storia nuova di pacca...e magari anche con un progetto più o meno definito!
Salut!


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