lucaregoli ha scritto:
E' la soluzione più logica anche se prevede che in loco ci sia poi personale istruito all'esercizio del plastico.... e la cosa non è scontata! Vedere le rotaie così malridotte a distanza di qualche anno dal precedente restauro (se non ricordo male ne lessi anche qui sul forum) fa pensare che nessuno ne abbia più avuto cura. Se non si prevede personale che faccia funzionare il plastico e ne gestisca la manutenzione, è inutile qualunque ricostruzione: nel giro di poco tempo diventerebbe un accumulo di ossido. Il paragone è molto ardito, ma il Miniatur Wunderland di Amburgo, pur essendo a ridosso del mare, è in continuo utilizzo e manutenzione alla faccia della salsedine. Credo che la differenza sia proprio lì.
Scusate l'improprio paragone con una struttura che ha spazi e fini completamente differenti, ma spendere soldi in una ricostruzione del Brunetti ha senso (imho) solo se poi tornasse a funzionare giornalmente, accudito come si deve da persone che curino manutenzione di strutture e mezzi.
Ciao,
l'ultimo restauro ha coinvolto solo la linea che dalla stazione va verso la montagna e torna indietro. Con il tracciato si è provveduto anche a restaurare la linea area e quel poco di scenografia attorno a questo grande cappio. Tutto il resto del plastico è nelle condizioni in cui è stato lasciato, poiché all'epoca l'unico intento del museo era quello di farci girare due o tre convogli, niente di più.
La mia foto infatti ritrae uno degli innumerevoli deviatoi originali del Brunetti e rappresenta emblematicamente lo stato generale dell'armamento di tutta quella parte del plastico che non fu coinvolta nel restauro.
Di contro i binari utilizzati come rimpiazzo degli originali tengono bene la salsedine, anche perché non sono costruiti con una lega al ferro, e vengono solo di tanto in tanto puliti con la classica gomma.
Saluti
Luciano