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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: giovedì 12 agosto 2021, 11:10 
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Iscritto il: mercoledì 20 settembre 2006, 20:44
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In questi giorni sto sistemando e elencando le riviste che ho in libreria fin dal 1977, ogni tanto né sfoglio una, e cosa leggo a proprosito di modelli e prezzi: le stesse parole scritte e pronunciate da chiunque.
Lo stesso discorso vale per tutto quello che di deve comprare: di fatto "regalini" non è mai nato.
Infine se ognuno di noi vuole un giusto compenso per il lavoro che svolge, lo devomo decisamente avere anche quelli che producono e vendono modelli di trenini.
Ogno volta che da imprenditore dovevo pagare una fattura mi dispiaceva un po, ma quando incassavo quelle emesse da me ero ben felice, ora da "stipendiato" INPS mi devo accontentare di quello che arriva, sperando che continui ad arrivare.

Quindi dai tempi di Adame ed Eva cosa è cambiato?
Solo le bocche e le dita da dove escono le parole.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: giovedì 12 agosto 2021, 11:45 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 8:53
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No Marco...le dita e le bocche sono drasticamente diminuite dal 977 ad oggi ...non c'è ricambio e quindi soprattutto per questo i costi finali non potranno mai piu scendere..


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: giovedì 12 agosto 2021, 13:04 
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Claudio mi spiace, ma la differenza di età, opinioni a parte, si fa sentire e vedere.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: giovedì 12 agosto 2021, 13:48 
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Preciso che e un mio ragionamento ,che sicuramente al 80% sara sbagliato ma lo dico.
Penso che un produttore a confronti di qualche anno fa ha meno spese,mi spiego . Una volta si progettava a mano,dopo si doveva fate il prototipo in legno, in seguito si creavano i stampi x le prove definitive e se tutto va bene si andava alla produzione. Se questo non succedeva cioè non andava bene si iniziava da capo il tutto con altro spreco di tempo e soldi. In vece adesso si disegna con il PC e se va bene si può fare il prototipo con stampa in 3d,con meno tempo e soldi. E per finire non ci dimentichiamo che la 99% della produzione e in Cina e dintorni. Dove la mano d'opera costa la decima parte dell'Europa. Perciò se le ditte in genere dicono che ci sono spese dalla progettazione alla produzione,potrebbero pubblicare bella tabella dove possono spiegare come si arriva a quel prezzo finale.
Ma per esperienza di vita questo non succederà mai.
Questo e il mio pensiero e come ho detto può essere sbagliato.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: giovedì 12 agosto 2021, 14:53 
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Iscritto il: lunedì 22 gennaio 2018, 20:10
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ANDREA CAVALLI ha scritto:
Periodicamente si riaffaccia la questione e il Topic Acme è invaso da considerazioni varie ... più o meno sempre le stesse...

La cosa divertente è che il discorso è iniziato in un topic che parla di un'altra azienda.
Discorso basato su dati concreti: le proteste di un negozio austriaco che definisce "folle" l'aumento dei prezzi soprattutto in rapporto alla qualità offerta.
Però, "misteriosamente", il discorso si è spostato nel topic di Acme.
Direi che il problema non è spacciarsi per economisti, è farlo sempre e solo a senso unico!


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: giovedì 12 agosto 2021, 14:55 
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Iscritto il: domenica 14 marzo 2010, 21:37
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Località: Faenza
L' amico Andrea ipotizzava il conto della serva : 1000 pezzi a 70 Euro = 70.000 Euro di ricavi per produrre una carrozza.

E656-024 ipotizzava un sostegno organizzativo nel caso si volesse iniziare una produzione simile.

deny vorrebbe conoscere il costo effettivo della progettazione e stampi di una carrozza.

Non ho numeri riferibili al fermodellismo, ma vedo che per pezzi di dimensioni un po' più grandi, che costituiscono l' involucro esterno di un prodotto, 70.000 Eur non bastano. Comprendono progetto del pezzo, progetto dello stampo, realizzazione dello stampo. A parte il costo di stampaggio, fortemente dipendente dal numero pezzi per lotto.

La progettazione, attuata su CAD in 3D è più agevole di quella fatta a mano su carta e poi con la lima, ma comunque non è un tempo 0.
Occorrono comunque settimane o mesi per disegnare ogni singola curvatura.
Un pezzo industriale ha una fisionomia che deve accontentare l' occhio e la funzionalità.

Un modello di rotabile, invece, è come un ritratto di una persona.
Non è sufficiente che le curvature, le movenze e le proporzioni siano belle. Occorre che siano come quelle del soggetto da riprodurre. E và disegnato al CAD.
C' è chi, con pochi tratti, riesce a caratterizzarti uno sguardo; ma nel fermodellismo non è sufficiente.
Occorre un insieme di dettagli tale da definire il soggetto con molta precisione.
Questo comporta ore di lavoro, e le ore costano. Sono quelle che fanno costare un progetto.

C' è, poi, la bravura del progettista. Il costo orario è lo stesso, ma quello più bravo ne metterà in conto di più, sempre perchè sà che i dettagli richiedono tempo.

Guardate gli oggetti che abbiamo sottomano, dal dispencer del sapone, al televisore, al robot da cucina.
Osservate il parallelismo o la rettilineità dei bordi e la regolarità delle superfici. E la presenza di sbavature.
Li percepiamo tutti come ben fatti.
Se, però, trovassimo quelle imperfezioni su un modello di locomotiva o carrozza, ingranditi con la macrofotografia, figurerebbero di qualità molto inferiore agli attuali standard del modellismo commerciale.

Sistemare queste imperfezioni fa' costare lo stampo decine di migliaia di Euro in più e introduce una incertezza nel tempo di realizzazione, in grado di far urlare il più calmo dei direttori di azienda.


Detto in altre parole :
- uno stampo da 30.000 Euro avrebbe una qualità scarsa
- uno stampo con dettaglio e precisione tale da non sfigurare, potrebbe costare 50.000 Euro
Il costo di ogni pezzo stampato ? Da 5 a 15 Euro ? Forse sì.
Quanti pezzi ha una carrozza ? Cassa, intercomunicanti, vetri dei finestrini, arredo interno, carrelli, casse e tuberie nel sottocassa, tubi di accoppiamento, ganci, respingenti, sfogatoi sul tetto, maniglie, ...
Non occorre uno stampo ciascuno. Ci sono pezzi che si possono unire nello stesso stampo e stampare assieme, ma devono avere la stessa plastica.
Trasparente o opaca, sono due stampi diversi.
In ogni caso, vanno disegnati tutti al CAD.

Ammortizzati su 1000 modelli, fate voi i conti se avrebbero convenienza o no.
Calcolare anche che ogni carrozza deve arrivare in negozio a 30..35 Euro + IVA
Ogni, per esempio, 10 pezzi, c' è la spesa di circa 15..20 Euro di corriere dalla ditta al negozio.

Cifre spannometriche, ma non esatte, utili per capire il concetto.

Poi ..

Occorre dare la percentuale al rappresentante che tiene i contatti col negozio, non sò quanto sia.
Occorre una zona del capannone ove tenere ricambi (se li si vuole !).
Occorre una segreteria che gestisca amministrazione, spedizioni, reclami, ritardi del fornitore ..

Ammortizzare tutto su un solo modello, non è fattibile, credo io.


Stefano Minghetti


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: giovedì 12 agosto 2021, 16:02 
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Iscritto il: mercoledì 20 settembre 2006, 20:44
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Località: Sorbolo di Sorbolo Mezzani (PR)
Per completare l'esposizione di Stefano, chi non paga di tasca sua le postazioni di lavoro e i progettisti non è in grado di capire (e chi compra e lo sa fa lo gnorri), ma visto che pagavo io, facciamo i conti della serva:
- postazione di lavoro di un progettista, dal locale al cestino dei rifiuti, passando dalla scrivania
- PC, anzi work station, quota plotter, licenze software
- pulizie del locale
- materiali di consumo
- corsi di aggiornamento
- ecc.
costa almeno almeno 8000 € l'anno, poi c'è lo stipendio del progettista, e le spese per i sopraluoghi e le licenze di riproduzione per ogni modello.
Poi ci c'è chi deve organizzare la produzione e la commercializzazione, altri 5000 € a testa più stipendi; poi c'è l'amministrazione, e via di seguito.

Per dirne una "sciocca", la tanto sbandierata fatturazione elettronica che facilita l'amministrazione, in verità la complica, e se la si vuole fare bene senza rischi che il fisco ti si attacchi peggio di una zecca non è gratis, a me che non avevo dipendenti costava almeno 3000 € all'anno: passati i primi due anni e maturati i requisiti ho preferito andare in pensione.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: giovedì 12 agosto 2021, 18:55 
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Iscritto il: mercoledì 28 agosto 2013, 14:28
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Località: Bologna
L’analisi di Stefano è esemplificativa quanto quella di Marco.
Nel lavoro i miei fornitori utilizzano tutte le tecnologie digitali che non han diminuito i costi ma han semplicemente alzato l’asticella circa precisione e qualità .
Una carrozza anni 70 - 80 richiedeva solo qualche stampo che, con molta fantasia, veniva poi utilizzato anche per ottenere altre versioni. Oggi occorrono tanti stampi, ovvero tanti progetti e un modello consta di decine/centinaia di pezzi . Stampa 3D , laser sinterizzazione e simili possono essere utilizzati per pezzi unici o piccolissime serie, non consentono moltissime lavorazioni, vi è un elevato costo di finitura, in sintesi non sono idonei a produzioni in serie di oggetti così piccoli e rifiniti pensando di contenere i costi.
Abbiamo poi i costi di assemblaggio poiché se negli anni 90 dedicavamo una qualche oretta a montare i famosi aggiuntivi , talvolta anche numerosi, oggi evidentemente non ne siamo più capaci, anzi, se il cinesino di turno ha sbavato con la colla o ha montato un tientibene non in asse scattano le macrofotografie a testimoniare la incapacità del dipendente o la mancanza del controllo di qualità.
Detto ciò chi produce trenini di questo livello, a questi costi e mi fa svagare è, a mio avviso, UN SANTO. Purtroppo l’elenco dei Santi si va inesorabilmente accorciando di molto, pur bravi che fossero, e questo la dice lunga.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: sabato 14 agosto 2021, 13:57 
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Iscritto il: lunedì 23 gennaio 2006, 11:38
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Località: Brescia
La mia forse è una domanda: se i pezzi anziché essere ed limitata 300 o 1000 ecc fossero in quantità maggiore con prezzo minore non sarebbe meglio anche x i ricavi? Perché questo ragionamento: uno studente appassionato, un figlio di un non appassionato, una persona normale con risorse economiche inferiori AVREBBE la possibilità di realizzare un proprio desiderio. Io sono costretto a limitare molto i miei acquisti fermodellistici e mi accontento di quel che ho, purtroppo il mio stipendio non ha avuto incrementi mentre le altre cose che mi circondano si con la scusa della pandemia. Certo è un problema mio, Pazienza.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: sabato 14 agosto 2021, 15:13 
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Iscritto il: mercoledì 20 settembre 2006, 20:44
Messaggi: 6365
Località: Sorbolo di Sorbolo Mezzani (PR)
Come sostengo, ed esternato pubblicamente anche qui da tempo: anche la dicitura "edizione limitata" delle produzioni industriali sono un forma di pubblicità e una strategia di vendita.
Ognuno tragga le sue personali conclusioni.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: sabato 14 agosto 2021, 15:58 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 8:53
Messaggi: 6195
Località: Bruschi
Non vi è nulla di limitato semplicemente è la quantita che il mercato in 15 gg assorbe niente magazzino da parte di tutta la filiera e quindi prezzi alti per garantire il ricavo.
Inutile sperare in numeri diversi molti negozi ordinano solo piu il venduto o poco poco piu...


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: domenica 15 agosto 2021, 0:05 
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Iscritto il: mercoledì 28 agosto 2013, 14:28
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Località: Bologna
I numeri di vendita son molto risicati per ipotizzare grandi economie di scala !
Un risparmio industriale tale da ridurre sensibilmente il prezzo di vendita consta di decine di migliaia di pezzi . Provate ad andare da una qualsiasi azienda metalmeccanica: 1000 o 1500 pezzi han circa lo stesso costo. Oltre 10 mila si comincia a risparmiare....
Inutile sostenere un aumento dei pezzi prodotti : dovrebbe essere un aumento stellare rispetto a ciò che il nostro mercato può assorbire, quindi inutile continuare a sostenere questa ipotesi.
Altra considerazione è il costo di assemblaggio ancora e forzatamente manuale ! Che tu faccia 1000 o 5000 pezzi dovrà esserci sempre un operaio ad assemblarli. Avete mai veramente e completamente smontato un locomotore e poi provato a riassemblarlo ? Quanto tempo impiegate a montare da zero un 626 Acme ridotto a centinaia di piccoli pezzi ? Provate e mi sapete dire. Potrebbero esser progettate anche macchine automatiche in grado di fare ciò ma avete idea di quanto costano? Decine di milioni di euro solo per quel modello. Insomma non occorre essere Einstein per comprendere che certe ipotesi apparentemente corrette sono in realtà non attuabili in virtù della tipologia di prodotto e dei numeri di mercato decisamente modesti per l’ottica industriale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: domenica 15 agosto 2021, 8:08 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 8:53
Messaggi: 6195
Località: Bruschi
Esatto...Amen.
Non c'è spazio per uscire da questa situazione e l esempio che chiude il discorso è quello di Piko.
Inizialmente prezzi bassi ma come hanno alzato la qualità ,cosa che il mercato richiede, i prezzi si sono allineati agli altri per poi superarli ,ma fornendo qualità ulteriore. Parliamo di una azienda che ha nel mercato di lingua tedesa il suo fulcro quindi con numeri per noi inimmaginabili.


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: domenica 15 agosto 2021, 9:01 
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Iscritto il: venerdì 20 gennaio 2006, 19:41
Messaggi: 2835
Sarei curioso di conoscere il costo di produzione di una loco-tipo prima di essere immessa nella catena di vendita... :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: Gli economisti e i trenini
MessaggioInviato: domenica 15 agosto 2021, 9:30 
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Iscritto il: mercoledì 28 agosto 2013, 14:28
Messaggi: 1220
Località: Bologna
Tz ha scritto:
Sarei curioso di conoscere il costo di produzione di una loco-tipo prima di essere immessa nella catena di vendita... :wink:


Varie aziende cinesi si propongono come costruttori, le trovi sul web o alle fiere specialistiche del giocattolo. Presenti un progetto dettagliato e fanno il preventivo. Pagamento anticipato. Comunque i bilanci dei costruttori italiani sono pubblici per legge... da lì ti fai una idea....credo siano animati da passione e necessità di lavorare più che da facili guadagni ( attenzione non ricavi ) economici.


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