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 Oggetto del messaggio: Re: Ma la politica del non “fare magazzino” incrementa veram
MessaggioInviato: lunedì 24 aprile 2023, 20:20 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
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Ognuno la può pensare come gli pare.
Io, che mi occupo di vendite nel settore industria da oramai più di 35 anni, già faccio fatica a comprendere scelte commerciali importanti della mia azienda.
Che poi è una multinazionale che opera in svariati settori dal 1892, non proprio dall' altro ieri.
E se io faccio fatica, da dentro, a capire certe scelte commerciali della mia azienda, pur conoscendone la rava e la fava dal 1995, come potrei arrogarmi il diritto di "consigliare" altre aziende sul da farsi ?
Su, per cortesia, un pò di modestia.
Ad ognuno il proprio mestiere.
Noi compriamo trenini, altri li producono e li vendono.
Punto.
Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Ma la politica del non “fare magazzino” incrementa veram
MessaggioInviato: lunedì 24 aprile 2023, 23:39 
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Secondo me dovresti rileggere quello che ho scritto, perché mi sembra che stai facendo un po’ di confusione.
Ma chi sta consigliando cosa a chi??
Modestia di cosa? Sono immodesto perché dico che parlo a ragion veduta e non a caso??
Dai… x cortesia… come mai si può sostenere un discorso costruttivo in queste condizioni??
Se tu sei arrivato alla pensione senza capire certe scelte della tua compagnia, ci sta tutto. Ma non pensare che la stessa cosa debba succedere necessariamente al resto della umanità giusto perché capita a te: magari, capita che tra il resto dell’umanità c’è chi ricopre ruoli diversi dal rione dove certe cose le deve capire od è chiamato a decidere.
Proprio quelle decisioni che non sei riuscito a capire.


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 Oggetto del messaggio: Re: Ma la politica del non “fare magazzino” incrementa veram
MessaggioInviato: martedì 25 aprile 2023, 8:14 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Non prenderla a livello personale... :) :) :)
In effetti l' errore non è tuo, ma mio. Solitamente sono più "diplomatico"...
Due considerazioni.
Primo: non sono in pensione. Ho ancora qualche anno di lavoro. Lavoro nelle vendite, settore industria, niente a che vedere coi beni voluttuari, ma certe "regole" di base sono le stesse per qualunque azienda in qualunque settore. Inoltre, pur non rivestendo un ruolo apicale, sono in una posizione intermedia che mi consente di vedere ciò che succede sotto e, parzialmente, ciò che succede sopra. E, nelle grandi aziende, il sotto ed il sopra spesso sono sconnessi...Sta agli intermedi far quadrare i conti. Un pò come i sergenti negli eserciti, che debbono riuscire a combinare gli ordini del generale con le possibilità / capacità operative della truppa rapportate alle condizioni dell' avversario sul campo di battaglia.
Secondo: ho avuto la sfortuna di stare dall' altra parte del bancone di un negozio di modellismo. Per un anno, ma mi è bastato...
Checchè se ne pensi, non si diventa ricchi, nè si ha una vita facile.
Quindi, senz' altro ci sarà chi, più di me, ha competenze / conoscenze per trattare l' argomento, ma, forse, ho qualcosa da dire pure io.
Buon XXV Aprile
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Ma la politica del non “fare magazzino” incrementa veram
MessaggioInviato: martedì 25 aprile 2023, 10:58 
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Iscritto il: domenica 16 agosto 2020, 11:21
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Credo che tutti abbiano qualcosa da dire e possano esprimersi liberamente (e questa discussione – molto civile – ne è una prova). D’altra parte, che ci siano modelli che si esauriscono nel giro di pochi mesi (se non settimane o, addirittura, giorni) e altri che invece giacciono negli scaffali dei negozi è un dato di fatto. E probabilmente attesta che qualche “errore” lo possano commettere anche le aziende.
Sarebbe molto bello che a rispondere all’interrogativo del post e a esprimersi su un mercato (molto ristretto, ahimè, come il nostro) sia qualcuno delle varie case produttrici


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 Oggetto del messaggio: Re: Ma la politica del non “fare magazzino” incrementa veram
MessaggioInviato: martedì 25 aprile 2023, 14:22 
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Nome: Edoardo Frigeri
Iscritto il: giovedì 14 gennaio 2010, 19:29
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Località: Nella bassa... tra Mincio e Po
bigboy60 ha scritto:
...

Che succederà tra 10, 20 o 30 anni se i produttori dovessero valutare che il mercato italiano non è più profittevole per loro ?
Riproporrebbero all' infinito vecchi modelli, senza investire in novità.
Oppure cesserebbero totalmente di produrre rotabili FS, investendo su altri mercati.

[/quote]

Uscendo un attimo dal filone principale mi ha colpito il punto di Bigboy...
Penso che stia già in parte accadendo... se guardate le ultime "uscite" si tratta quasi sempre di ri-edizioni (magari con aggiornamenti e/o ammodernamenti del caso) o sfornate delle solite articolate/automotrici/carrozze..... per il mercato italiano di veramente nuovo ed inedito abbiamo veramente pochi ma pochi modelli.

Forse, anche tutto questo, contribuisce a tenere lontane le nuove leve... penso che un 636 ad uno nato dopo il 2000 dica ben poco... per non parlare di vaporiere ed altre vecchie glorie FS.

Saluti a tutti


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 Oggetto del messaggio: Re: Ma la politica del non “fare magazzino” incrementa veram
MessaggioInviato: martedì 25 aprile 2023, 15:04 
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Iscritto il: domenica 3 gennaio 2010, 20:36
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Il problema è che siamo passati dal ventennio '80->2000, poche aziende che producevano modelli FS ( Roco, RR, Lima ), al ventennio 2000->2020, in cui ai produttori "storici" ( Hornby, erede di RR e Lima e Roco ) si sono aggiunti diversi altri produttori importanti ( Acme, OsKar, Vitrains, LS Models ) più altri minori, a volte con storia travagliata.
Tanti ( troppi ? ) produttori per un piccolo mercato, tante ( troppe ? ) novità per un piccolo mercato.
Che hanno generato doppioni, triploni e quadriploni.
Il che ha creato una possibilità di scelta mai vista prima. Dal nostro punto di vista. Ma dal punto di vista del produttore ?
Se negli anni '90 un appassionato desiderava una Tartaruga, la scelta era obbligata: Lima.
Se ora un appassionato desidera una Tartaruga le possibili scelte sono tre: Lima, Acme, Roco.
Idem per i Caimani.
Etc., etc.
Che significa ciò ? Che ogni produttore, per i modelli in concorrenza con altri produttori, il volume di vendita è un terzo, un quarto rispetto a 20 anni fà.
Non solo. 20 e rotti anni fà, l' assortimento di modelli FS era piccolo, per cui molti potevano acquistare se non tutte le novità dell' anno, per lo meno una buona parte.
Negli ultimi 20 anni, invece, le novità sono state tantissime, per cui l' appassionato medio ha dovuto fare delle scelte.
Aggiungo anche che prima, di ogni singolo modello, venivano proposte poche varianti, a volte solo rinumerazioni.
Ora le varianti sono un' infinità.
Perciò mi pare normale che di una singola versione di E656 Acme ( tanto per fare un esempio ) ne produca un ridotto quantitativo. Perchè non tutti i potenziali acquirenti di Caimani preferiscono Acme a Roco o a Hornby. Perchè non tutti gli appassionati di Caimani sono interessati a quella versione, per epoca o altro.
Provo a fare un esempio "estremo". Quando a metà degli anni '90 Roco decise di produrre la Gr.880, ne produsse fin da subito 8.000 pezzi, in 4 varianti diverse. D' altro canto, all' epoca, la produzione in Austria ( e non in Cina ) obbligava a grandi volumi di produzione. Era una novità molto importante, tutti la desideravamo e tutti ne acquistammo una o più di una. Nonostante ciò rimasero sugli scaffali dei negozi per alcuni anni e i negozianti, alla fine, svendettero le rimanenze. Poi finirono e ci fu la caccia a cercarle, con relativa "lievitazione" dei prezzi. Ma questa è un' altra storia...
Ora come ora vi pare possibile una situazione analoga a quella che ho descritto ?
Se gli stampi modulari non consentissero più varianti e se la produzione in Cina non consentisse produzioni di piccole quantità, ora di novità non ne avremmo proprio più, perchè una situazione come quella che ho descritto, ora come ora non sarebbe sostenibile nè da Roco, nè dall' importatore di Roco, nè dai negozianti.
Andrebbe viceversa a vantaggio di noi appassionati, consentendoci di acquistare il modello quando vogliamo noi, e, se aspettiamo con pazienza, anche al prezzo che vogliamo noi.
Saluti
Stefano.


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 Oggetto del messaggio: Re: Ma la politica del non “fare magazzino” incrementa veram
MessaggioInviato: martedì 25 aprile 2023, 16:36 
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Iscritto il: mercoledì 20 settembre 2006, 20:44
Messaggi: 6365
Località: Sorbolo di Sorbolo Mezzani (PR)
Stefano, la tua esposizione fotografa una realtà presente ormai dai primi anni 2000 in ogni settore comemrciale (e su queste pagine c'è chi lo fa presente da tanti anni).
Ma questi discorsi non fanno presa, né sugli acquirenti né tanto meno sui produttori.
Su alcune tipologie di prodotti (ma mi scappa su tutto), utenti e produttori si fanno prendere dalle mode del momento.
Su altre tipologie gli utenti vorrebbero comprare in ogni tempo e luogo le mele dello stesso albero di Eva.
Il discorso del prodoto in magazzino per anni, al tempo era dovuto alle stesse ragioni di oggi, cioè ottimizzare razionalmente la produzione costi compresi, in più era inevitabile fare così in quanto non era possibile raggiungere ogni piazza di vendita del pianeta in 4 giorni come avviene oggi. Gli attuali abitanti dell'Europa, per motivi anagrafici, o non sanno o non ricordano, che fino ai primi anni '90 esportare una rondella di tre tra Ventimiglia e Mentone richiedeva giorni di documenti e controlli doganali, oggi prendi e vai, e anche con la Svizzera le pratiche doganali sono ben più snelle.
Da non dimenticare che per diversi prodotti, il covid prima è stato un disastro, oggi è una opportunità per recuperare, con la cresta, i denari persi fin dal 2007.
Noi acquirenti di ogni prodotto abbiamo una sola carta da giocare: lasciare sullo scaffale, però ...
Però alla fine la "massa", così come la chimano di nascosto gli addetti ai lavori, perchè in pubblico la chiamano i "i nostri affezzionati clienti" pure mentendo a se stessi, dato che i loro clienti sono i grossisti o/e i rivenditori che fanno grandi numeri, (ripeto per chiarezza, la massa) ha sempre fame, ma purtroppo la quotidianità dimostra continuamnte che è più la fame dell'apparire e dell'avercelo più lungo, di quella dello stomaco.

E i trenini sono nulla, si faccia mente locale a telefinini e automobili, che ne settore delle auto è pure ridicolo (per usare un termine politicamente corretto), si parla tanto di ecologia e riduzione dei consumi, poi si producono e vendono sempri più automobili potenti e pesanti: quindi ecologismo e risparmio energetico dove sono? Con la beffa che sulle strade ormai le velocità media è 50/60 km/h a prescindere dai limiti di velocità.


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 Oggetto del messaggio: Re: Ma la politica del non “fare magazzino” incrementa veram
MessaggioInviato: martedì 25 aprile 2023, 16:37 
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bigboy60 ha scritto:
[...]
Che hanno generato doppioni, triploni e quadriploni.
Il che ha creato una possibilità di scelta mai vista prima. Dal nostro punto di vista. Ma dal punto di vista del produttore ?


Quindi, secondo il tuo ragionamento, come giustifichi la proliferazione di Taurus, Vectron e Traxx da parte di produttori come Roco, LS, Acme, Piko, Railtop e potrei continuare...?
Ci stanno perdendo o stanno sbagliando, secondo te?

bigboy60 ha scritto:
Se negli anni '90 un appassionato desiderava una Tartaruga, la scelta era obbligata: Lima.
Se ora un appassionato desidera una Tartaruga le possibili scelte sono tre: Lima, Acme, Roco.

Aggiungerei anche Rivarossi, nelle sue varie declinazioni, scale e proprieta'.

bigboy60 ha scritto:
Che significa ciò ? Che ogni produttore, per i modelli in concorrenza con altri produttori, il volume di vendita è un terzo, un quarto rispetto a 20 anni fà.

Qual'e' la fonte di questi dati di mercato?

La verita' e' che le strategie cambiano al variare di chi e' il target. Ed il profilo del target cambia, in termini di attributi e qualita'.
Poi, ci sono strategie i cui effetti avversi sul customer sono miti, ed altre dove l'impatto creato e' chiaramente "unfair". Ad esempio, poca produzione e pezzi distribuiti soltanto ad "amici"...


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 Oggetto del messaggio: Re: Ma la politica del non “fare magazzino” incrementa veram
MessaggioInviato: martedì 25 aprile 2023, 16:48 
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Località: la citta' della 3 t: torri, tortellini e ...
Ovviamente le mie sono considerazioni "qualitative", non necessariamente "quantitative".
Quello che cercavo di sottolineare è che, negli ultimi 20 anni, il mercato è cambiato.
Anche, ma non solo, per sistemi produttivi che prima non consentivano piccole produzioni, ora, invece, le consentono.
Saluti
Stefano.


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